04. Cultura e Tradizioni Locali

TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI
(Allegato n. 14 del “nuovo” DLgs n. 118/2011)
“Provate a guardare il vostro paese da lontano al tramonto, vi accorgerete che la Chiesa s’inserisce perfettamente nel contesto ambientale perché le pietre con cui è stata costruita sono state estratte dalle stesse rocce che affiorano qua e là sui fianchi della montagna”. Corradini F. 2004 “Arce in terra di lavoro”

In questa frase si racchiude quello che si può intendere per CULTURA.

Cultura non significa solo parole difficili scritte da un autore antico, fotografie su libri di storia dell’arte o oggetti esposti oltre la teca di un museo. Cultura deriva dal latino “colere”, cioè raccogliere, coltivare, abitare e venerare. Gli antichi non davano i nomi a caso. Questi verbi corrispondono alle azioni che noi dobbiamo operare nei confronti della nostra terra e dei nostri beni. La cultura è dunque un qualcosa di vivo, da vivere, un qualcosa che ci è stato trasmesso affinché sia coltivato e siano colti i suoi frutti, che a nostra volta dobbiamo trasmettere.

Cultura significa sapere perché la chiesa del nostro paese “ci dà le spalle”, perché ci sono i ruderi di una torre; significa comprendere il nome delle vie e delle piazze, l’origine dei soprannomi, delle nostre feste come la fiera “delle cipolle” o quella del “1° maggio”, conoscere l’architettura di via Interiore e sapere da quanto tempo occupiamo questo territorio.
Tutte queste informazioni stanno sbiadendo, altre sono ancora in attesa di essere scoperte. Per questo è necessario un lavoro di ricerca scientifico e sistematico in diversi ambiti: da quello storico e archeologico a quello architettonico e geologico (in tanti non lo sappiamo, ma abbiamo eccellenze in ognuna di queste discipline). Accanto ad una cultura alta, “da studioso”, ce n’è un’altra – fondamentale – che riguarda la cultura popolare, le tradizioni, tutte quelle informazioni che non si trovano sui libri, ma possono essere tramandate oralmente e apprese attraverso l’empirismo. È necessario un incontro fra generazioni vecchie e nuove, dove può esserci un reciproco scambio. È importante aggiornare il modo di vivere il paese attraverso gli strumenti offerti dalle nuove tecnologie, ma è altresì fondamentale trasmettere alle nuove generazioni il gusto di quelle pratiche linguistiche, enogastronomiche, di costumi e tradizioni che caratterizzano la nostra identità.

Azioni locali pensando al territorio

  • Riqualificare i luoghi del vivere antico e della memoria (da strutture architettoniche ad ambienti rurali), per reimpossessarci della nostra identità;
  • Fare rete con altri enti territoriali, per ottenere migliore forza comunicativa e attrarre finanziamenti importanti;
  • Impiegare un serio impegno nella tutela dei beni culturali e paesaggistici del territorio: conoscere e far conoscere il tessuto storico artistico in cui viviamo;
  • Condurre un’azione seria e ragionata di tutela nei confronti dei nostri beni culturali e paesaggistici, per difendere quei luoghi e quelle testimonianze attraverso le quali si è formata la nostra civiltà. Luoghi che non devono rimanere cristallizzati ma essere vissuti secondo l’etimologia della parola cultura;
  • Riqualificare nel senso di ritornare a frequentare luoghi che sono stati abbandonati per ricostruirne la storia;
  • Ridare consapevolezza, quindi, ricreare un’identità culturale attraverso l’aggregazione sociale.

Cosa può fare da subito il Comune?

  • Attivare convenzioni con le Università per la promozione di tirocini che potrebbero anche trasformarsi in progetti di tesi, continuando a richiamare studenti a “casa nostra”;
  • Valorizzare il lavoro degli studenti universitari dell’indirizzo archivistico bibliografico nel riordino del nostro archivio storico;
  • Ricercare fondi attraverso i bandi nazionali ed europei istituiti per la didattica a interventi di conservazione e valorizzazione su beni culturali e paesaggistici, per rassegne teatrali o musicali;
  • Stipulare una convenzione con Libarna, coordinando i servizi commerciali attorno al bene culturale, che rimane uno degli elementi maggiormente caratterizzanti del nostro territorio, raggiunto ogni anno da circa 5.000 visitatori. Il sito di Libarna è parte integrante della nostra storia: alcuni studiosi ritengono che il nome Arquata derivi dal passaggio dell’acquedotto romano in corrispondenza del nostro paese;
  • Potenziare la biblioteca per renderla più adatta anche alle esigenze degli studenti universitari che sono sempre più numerosi, valutando i costi dell’abbonamento a riviste scientifiche online;
  • Valorizzare il ruolo comunicativo e progettuale della “Casa gotica”, la cui posizione ed immagine sono altamente simbolici ed immediati;
  • Sostenere e promuovere la pratica musicale diffusa, in collaborazione con la Banda Musicale Arquatese, che tra i propri principi statutari dichiara di voler “creare, attraverso questo comune svago, spirito di fratellanza e solidarietà”.

Percorsi di sviluppo possibili – obiettivi

  • Progetto di identità per i nuovi cittadini e di recupero di partecipazione per quelli storici:
    • Coordinare l’attività del Comune con quella delle Associazioni culturali, in un progetto complessivo di azioni strutturate e sostenibili nel lungo periodo;
    • favorire l’accesso dei nuovi residenti ai luoghi della cultura mediante concorso di idee e momenti di confronto con processi culturali non tradizionali per Arquata (street art, grafitismo, arte
      circense, video arte, grafica, scrittura collettiva, musica popolare, teatro di strada…) in collaborazione con associazioni locali e di area vasta;
    • ripristinare antiche feste tradizionali arquatesi come il “palio dei rioni” e la “festa di leva a Montaldero” come momenti per la proposta di contenuti di identità ai nuovi cittadini;
    • incentivare gli incontri tra generazioni per il passaggio dai più anziani ai più giovani delle conoscenze linguistiche, enogastronomiche e tradizionali del nostro territorio;
    • organizzare incontri intergenerazionali sulle parlate dialettali, le ricette tradizionali, le storie e gli accadimenti locali.
  • Organizzare intorno agli eventi un percorso permanente di riscoperta e conoscenza di Arquata e delle sue frazioni;
  • Individuare tra le esistenti o creare ex novo una associazione culturale, senza scopo di lucro, che si occupi di valorizzazione, intrattenendo relazioni fra istituzioni;
  • Osservare una costante manutenzione della Torre e dei ruderi del Bric Muntodu;
  • Recuperare il viale della Rimembranza, che nasce in memoria dei caduti della prima guerra mondiale;
  • Recuperare la ex sottostazione elettrica della ferrovia, un edificio di particolare pregio architettonico, che ben si presterebbe ad alcune manifestazioni di tipo culturale aperte ad un grande numero di fruitori, oltre ad essere essa stessa oggetto di visita, per il suo interesse storicoartistico;
  • Pubblicare un periodico tutto arquatese o crearne uno online dove far confluire i risultati delle ricerche e degli incontri, facendo rivivere così la nostra storia;
  • Inserire Arquata e le sue frazioni nei circuiti internazionali delle residenze d’artista, iniziativa nata e diffusa in tutto il mondo per soddisfare bisogni e necessità degli artisti e della comunità che li ospita. L’idea alla base è lo scambio: da parte della comunità locale, si offre all’artista ospitalità ed accoglienza, e lo si mette in condizione di dedicarsi a tempo pieno al proprio lavoro, mentre l’artista ricompensa la comunità locale con il proprio lavoro creativo (organizzazione di una mostra, di uno spettacolo o di un concerto, dono di un’opera che possa arricchire l’arredo urbano).
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