Eugenio “Egio” Spineto

Mi chiamo Eugenio Spineto ma per tutti sono Egio, soprannome che mi è stato dato dai miei compagni di scuola materna e che è diventato il mio primo nome a tutti gli effetti.
Sono cresciuto in Via Interiore tra casa di mia nonna Ebe, vigile controllore delle attività della strada, e i vicoli che portano alla Torre, tra tante partite a calcio e bellissime serate estive passate a giocare a nascondino.
Proprio in Via Interiore è nata la mia passione per il calcio, quello vero e genuino, che mi ha portato a giocare per tanti e tanti anni nell’Arquatese.
Nei miei 32 anni ho vissuto le metamorfosi del paese, troppo spesso negative, ed è questo uno dei principali motivi che mi ha spinto ad imbarcarmi in questa “possibilità e prospettiva” elettorale.
Nel 2007 ho conseguito la laurea in lettere moderne ed immediatamente ho iniziato ad insegnare intraprendendo un’esperienza lavorativa che mi ha portato in Francia ad insegnare italiano nel scuole elementari. Nonostante avessi la possibilità di fermarmi in Francia ho deciso di tornare ad Arquata, devo dire che il paese e le amicizie mi mancavano troppo.
L’insegnamento rappresenta per me un orizzonte ideale attraverso il quale leggere e mantenere viva la mia passione per i ragazzi e per tutto il potenziale di cambiamento che si portano dentro; avere il contatto diretto e “qualcosina” da trasmettere mi dà la forza di vedere, ogni giorno, un nuovo orizzonte a cui puntare.

Da alcuni anni faccio parte del collettivo che “vive” e fa “vivere” il Laboratorio Sociale di Alessandria, spazio autogestito che fa delle battaglie sociali uno dei suoi principali motori; incrociando e discutendo con le persone che animano quello spazio mi sono reso conto di quanto siano sempre maggiori le contraddizioni che esistono nel nostro paese.
Dal 2012 sono attivista e militante del Movimento No Tav – Terzo Valico.
Le battaglie e l’opposizione all’opera mi hanno consentito di conoscere un mondo fatto di persone straordinarie, tra cui, e non è poco, la mia compagna.
I motivi e le ragioni che mi hanno spinto ad oppormi all’opera riguardano tutto ciò che il sistema grandi opere rappresenta in Italia, un gioco di interessi che mira a distruggere e devastare i territori in nome di un profitto cieco.
Per questo credo sia necessario ripensare il modello di sviluppo, partire dalle comunità, dal basso per ricostruire un tessuto sociale fatto di partecipazione e solidarietà.

Curriculum Vitae

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