Anna Maria Rivera

“Anna Rivera è una donna minuta, ma è esattamente quel che si dice una tipa tosta. Ha cambiato vita molte volte, quasi sette come i gatti, rimettendosi sempre in gioco in prima persona, dimostrando coraggio e affrontando scelte anche non scontate. E tutto questo lavorando sempre intorno al mondo dell’alimentazione.”
Dal quotidiano La Repubblica 18 marzo 2012 a firma Carlin Petrini.

Eccomi descritta nelle Storie di Piemonte, anche se avrei da ridire sul …minuta!

Sono stata titolare, per 10 anni, di una delle prime erboristerie di Alessandria, quella di Piazza Duomo. Successivamente per 7 anni ho gestito La Torteria, piccola gastronomia nel centro città, dove si cucinava utilizzando esclusivamente ingredienti di certa provenienza biodinamica.

L’alluvione del 1994 invade la mia casa e spazza via la mia vita alessandrina.

Mi stabilisco ad Arquata e imparo pian piano ad amare questa collina un po’ aspra, ma particolarmente adatta a coltivare la mia più che trentennale passione ed esperienza di raccolta e cucina con le piante spontanee alimentari.

Qui entro in contatto con Legambiente ed altri comitati civici e con loro mi appassiono alla difesa delle nostre valli dai disastri ambientali che di volta in volta qualcuno ci vuole far digerire (la centrale a biomasse di Voltaggio, il terzo valico e il pericolo per le sorgenti e gli acquedotti, l’uso dei pesticidi in agricoltura…).

Battaglie che spesso non si vincono perché gli interessi economici continuano ad avere la precedenza sulla salute dei cittadini, ma che ci chiariscono sempre più come vorremmo vivere.

Faccio parte di Slow Food fin dalla sua  nascita prima ad Alessandria e ora nel novese. La ricerca del cibo “buono, pulito e giusto” è la filosofia del mio lavoro di ristoratrice insieme ai concetti di stagionalità e tradizione locale di cucina.

Quest’ultima particolarmente interessante in questi luoghi, un crocevia unico tra la cucina di pianura, quella dell’Appennino e quella ligure.

Le contaminazioni antiche cominciate nei secoli passati sulle strade del sale, sono ancora degne di studio e ci riserveranno piacevoli sorprese.

Ci sono tradizioni come il corzetto, su cui ho lavorato, da mantenere in vita in tutte le sue forme diverse che percorrono la strada tra Novi e Genova passando per Arquata.

Mi sono occupata di mercati contadini facendo partire a Gavi uno dei primi mercati di produttori della provincia di Alessandria in collaborazione con Legambiente, Coldiretti e Slow Food e mi piacerebbe che Arquata in questo senso tornasse ad essere punto di incontro tra Piemonte e Liguria.

Nel 2012 insieme a mia nipote abbiamo ospitato in agriturismo undici profughi del Bangladesh richiedenti asilo fuggiti dalla Libia. L’esperienza durata un anno è stata impegnativa, abbiamo fatto del nostro meglio, ma ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca per come viene gestita l’accoglienza dal governo italiano e dalla Comunità Europea. I ragazzi ospitati hanno avuto il riconoscimento del permesso di soggiorno per motivi umanitari.

Oggi la situazione è drammatica e non si può pensare di risolverla con muri e filo spinato.

Curriculum Vitae

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